CCS: come nascondere la CO2 sotto al tappeto!


La Campagna Per il Clima – Fuori dal Fossile si sta avviando verso la manifestazione di Piombino del prossimo 11 marzo, un nuovo importante passo nella lotta contro il modello di un’economia rigassificata. Al contempo, però, non dimentichiamo l’importante fronte aperto contro la captazione e il deposito della CO2, che punta a perpetuare la dipendenza dalle energie fossili con la scusa di nasconderne gli effetti sotto il tappeto. Lo scorso 26 gennaio il ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica ha autorizzato il primo progetto “sperimentale” sul CCS a Ravenna: la captazione di 25mila tonnellate di anidride carbonica dalla centrale turbogas di Casal Borsetti. Proprio la centrale davanti a cui manifestammo un anno fa, il 12 febbraio 2022, per evidenziare le criticità di un progetto che, nel frattempo, è stato spinto in avanti a tutta forza. Anche dalle istituzioni locali che dovrebbero vigilare a tutela della cittadinanza e che, invece, sono da sempre complici del cane a sei zampe. Proprio il Sindaco spiegava qualche tempo fa come gli incartamenti prodotti dalle due aziende avessero avuto «una disamina, nell'analisi degli enti di tutela, semplicissima. Parliamo di una tecnologia che non presenta rischi di alcun tipo e che ci mette nelle condizioni di avere qui presupposti di competitività che pochissimi luoghi nel mondo potranno vantare». Tutto «l'iter ha seguito una procedura semplificata». E l’ok da parte del ministero è stato agevolato in forza «dell'intesa da parte della Regione Emilia-Romagna».

Non siamo assolutamente d’accordo con questa impostazione. Abbiamo messo in luce più volte sia i rischi che le negatività e i fallimenti di questa tecnologia. Un sistema fatto e pensato esclusivamente per continuare a bruciare energie fossili come se non ci fosse un domani. Il che, in effetti, è proprio quello che la comunità scientifica afferma accadrà continuando così. Ad oggi mancano ancora altre autorizzazioni per questo specifico progetto. In particolare quelle che riguardano l’iniezione della CO2 negli alvei sottostanti la piattaforma Porto Corsini Mare Ovest. Resta comunque evidente che di analoga procedura semplificata non godano le iniziative pur fondamentali rivolte all’impiego delle energie rinnovabili. Si pensi al progetto AGNES di eolico e solare in mare aperto che non riuscirà a produrre energia quanto meno fino al 2026 e questo traguardo, secondo gli stessi proponenti, «è un obiettivo ambizioso».

Continuiamo dunque a denunciare la falsificazione della realtà da parte di quanti a parole raccontano di volere la transizione energetica alle rinnovabili ma, nei fatti, operano consapevolmente per allontanarla sempre di più nel tempo. Lo fanno apposta perché solo allontanandone la realizzazione si riesce a giustificare il continuo sfruttamento delle energie fossili che avvantaggiano una potentissima lobby a danno di tutte e tutti noi.


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