Manifestazione a Ravenna, contro i rigassificatori, fuori dal fossile!
2mila le persone che da tutta Italia hanno partecipato alla manifestazione di sabato 6 maggio, contro i rigassificatori, a Ravenna.
A coordinare l’evento il comitato Fuori dal Fossile, la rete No Rigass e No Gnl e quella per l’Emergenza Climatica dell’Emilia-Romagna.
Ravenna è una città d’arte asservita ai bisogni di un business che non vuole saperne di ascoltare la scienza, che non vuole placare la propria ingordigia e che ha avuto la capacità nei decenni di colonizzare ogni grado della politica, da quella locale a quella regionale e nazionale, e che ha fatto di tutto per tacitare la voce del dissenso, rimasto vivo come una fiammella che oggi ha divampato. Territori in cammino – Liberiamoci dal fossile!” è lo slogan che ha risuonato lungo il corteo. Oltre alle tre realtà organizzatrici hanno aderito decine di sigle in ambito associativo, politico e sindacale, oltre a tanti cittadini. Il corteo non si è concluso in piazza del Popolo, come previsto, ma in piazza Kennedy: infatti, a due giorni dalla manifestazione nazionale “Per la giustizia climatica” indetta da Rete Emergenza Climatica dell’Emilia Romagna, Rete No rigassificatori No GNL, Campagna per il Clima Fuori dal Fossile, la Questura ha comunicato che il Comitato Provinciale per l’ordine e la sicurezza ha deciso uno stravolgimento totale del corteo e della manifestazione così come era stata in precedenza concordata e concessa. Il corteo è ridotto a meno della metà delle strade, strade marginali, non frequentate e scarsamente abitate, e ci si dovrà fermare in Piazza Kennedy anziché arrivare in Piazza del Popolodove si sono succeduti gli interventi che hanno evidenziato «come gli eventi degli ultimi giorni che hanno messo in ginocchio il territorio e causato morti e danni ingenti, siano frutto di scelte che impongono nuovi rigassificatori, come quello che già è attraccato in porto a Piombino, come quello che arriverà a Cagliari e come quello che approderà a pochi chilometri dalla costa ravennate, centri di stoccaggio e gasdotti come a Sulmona per la Linea Adriatica di Snam.
Interventi che hanno sottolineato le contraddizioni che caratterizzano la narrativa del governo regionale, impegnato a piangere sui morti per l’alluvione, a chiedere lo stato di emergenza e contemporaneamente ad aggravare la stessa emergenza per cui chiedono fondi al ministero.
In collegamento telefonico ha parlato anche il coordinamento del Polesine contro le trivelle, impegnato in contemporanea ad Adria in una manifestazione contro i nuovi progetti estrattivi.
La voce di tante realtà si è infine unita in unico messaggio chiaro e forte: «Liberiamoci dal Fossile! Tutti i cittadini del nostro paese dovranno con più forza lottare per espellere dai propri territori il fossile e costruire le alternative, alle istituzioni compete di ascoltare e fare proprie le proposte dei movimenti popolari, tagliando ogni sussidio a chi inquina e compromette clima e ambiente, perché voltare le spalle all’emergenza che stiamo già vivendo sarebbe un tradimento della stessa democrazia per cui si è fatta la Resistenza.
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